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In questo volume Gentiloni ripropone un itinerario tuttora attuale, con i suoi dubbi e le sue incertezze, con la sua preferenza per Abramo, che viaggia non sapendo dove ciò lo porterà, rispetto a Ulisse, che viaggia invece per fare ritorno a casa. Un viaggio, quello di Abramo, che si configura come un percorso «di uscita dall'io verso l'altro», senza sapere dove andare, sapendo solo di dover lasciare. Abramo, e non Ulisse, perché «l'avventura della fede non si iscrive nel cerchio dell'eterno ritorno ma nella linea retta di un cammino senza appigli, senza sicurezze». «Un navigare in sospeso, avendo tolto l'àncora e non sapendo dove gettarla. Nessuna certezza sul domani. La consapevolezza, comunque, che la salvezza non è "a casa", ma "altrove", non è in un ritorno ma in un'uscita».